Curiosità
- Museo di arte contemporanea MACURA - Novi Banovci
- Žitni magacin (galleria) - Zenit 4, Stari Banovic
- Opere di pittura
- Prodotti etnici
- Arte del découpage
- Marina Kiš - Pan di zenzero e giocattoli
- Esempi unici di gioielli in vetro
- Concorsi di cucina di zuppa di pesce
La storia dei Banovci
I Banovci si trovano nella regione di Srem sul Danubio, a 15 km da Zemun.
Se lasciamo l’autostrada Belgrado-Novi Sad all’uscita Novi Banovci e continuiamo a seguire il Danubio verso nord, passiamo per Novi Banovci, Banovci -Dunav e Stari Banovci, ma se non facciamo attenzione ai cartelli stradali, non ci accorgeremo che sono tre località differenti. Parché la strada è tutta dritta e i villaggi si susseguono senza interruzioni. Soltanto la gente del posto conosce i limiti di ogni villaggio. Oggi questi tre villaggi si chiamano Comune di Banovci.
Nella regione di Banovci si trovano resti di culture antiche. Da secoli questa regione è abitata, e i resti sono integrati nella agglomerazione attuale. Anche se la storia di Banovci inizia nel XV secolo, la prima fonte scritta data dai tempi dell’occupazione turca intorno al 1566/67. I nomi delle famiglie i del pope Paolo testimoniano che erano cristiani ortodossi. Nei documenti della prima metà del XVIII secolo certe volte incontriamo anche il nome di Tusa (Tussa) per Banovci e a volte entrambi i nomi. Dalla fine del XVIII secolo troviamo i nomi Stari e Novi Banovci.
Dall’anno 1718 – l’anno della Pace di Pozarevac tra l’Autstria e la Turchia, Srem (il Danubio) diviene parte integrante della Monarchia degli Asburgo e nello stesso tempo la frontiera militare tra i due imperi: quello Austro-ungarico e quello Turco.
Dopo la Pace di Belgrado nel 1739 le frontiere dell’Austria furono fissate sui fiumi Sava e Danubio, ma la pace non si rivelò né stabile né duratura.
Per proteggere le frontiere verso la Turchia l’Austria aveva instaurato, anche prima delle guerre, una zona militare chiamata « Kraina » da cui Srem faceva parte.
Nei tempi difficili e pericolosi questa frontiera doveva essere maggiormente controllata per via delle epidemie e dei briganti (haiduci) e era completamente chiusa durante i tempi di peste.
Le torri usati come posti di osservazione si trovano a poca distanza dalla Porta del Fucile. Dalle torri i soldati della guardia potevano sorvegliare Il Danubio non permettendo a nessuno di passarlo al di fuori delle ore previste, assicurando così la navigazione normale e la sicurezza pubblica.
In questa maniera la circolazione delle merci veniva interrotta, il traffico clandestino non poteva funzionare e, soprattutto, dato la popolazione locale non veniva a contatto diretto con i viaggiatori si evitava la diffusione delle malattie contagiose. Ecco la ragione per cui a Banovci negli anni sessanta e settanta del XVIII secolo esisteva una quarantena, dove i passeggeri restavano isolati per u certo periodo prima di poter entrare in Austria.
Questo è stato il modo di vivere della gente di Banovci per generazioni, fino agli anni 1871 – 1872 quando la frontiera tra due imperi è finalmente sparita. Da allora i doganieri di questa zona militare sono diventati agricoltori. La variazione del numeriodi abitanti di Stari e Novi Banovci è cominciata negli anni settanta del XX secolo quando ogni piccola distanza tra le agglomerazioni è stata finalmente cancellata, diventando zona residenziale o zona delle seconde case, e sopratutto negli anni ottanta con la formazione della agglomerazione urbana Banovci-Dunav. Con gli immigrati delle guerre degli anni novanta il numero degli abitanti è raddoppiato.